Da piccolo, ( ma poi anche da adulto) amavo viaggiare in treno. Non perché mi portasse da un posto ad un altro: semmai perché mi portava via da un posto per dirigermi altrove, comunque non necessariamente verso un posto specifico. In ogni caso, mi piaceva soprattutto essere lontano da qualsiasi posto.
Tra quei corridoi stretti, dove a volte mi muovevo avanti e indietro, spiando negli scompartimenti, passando velocemente, immaginando volti e storie, altre volte mi fermavo a guardare fuori dal finestrino sfrecciarmi davanti un mondo confuso, gustavo con piacere ogni frazione di secondo di questo prolungarsi della mia permanenza in un luogo distante da dove ero partito, ma anche distante dal luogo in cui sarei dovuto arrivare…Vivevo una specie di compromesso tra spazio e tempo, nessuno condizionava l’altro ed entrambi mi lasciavano in pace. Almeno per la durata del viaggio.
Il treno ci rendeva tutti uguali: se si fosse improvvisamente fermato in un punto imprevisto del tragitto, senza andare né avanti, né indietro, ognuno di noi sarebbe sceso e avrebbe cominciato a girovagare inebetito, alla ricerca di un segnale, una indicazione su dove si trovasse. Tutti ugualmente ignari, come neonati alla ricerca della tetta della mamma.
E’ vero: solo una sosta improvvisa avrebbe interrotto l’incantesimo del viaggio dentro un altro viaggio.
[Mr. Hyde Memories]
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(solo audio)
"The big man arrives
Disco dancers greet him
Plainclothes cops greet him
Small town, big man, fresh lipstick glistening
Sophomore jive
From victims of typewriters
The band sounds like typewriters
The big man he's not listening"....
Joni Mitchell è una grande della musica contemporanea.
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