giovedì 19 gennaio 2012

IL MOVIMENTO DEI FORCONI IN SICILIA


Mariele racconta:


Avola (SR), 19 gennaio 2012 -
E’ dallo scorso 16 gennaio che la Sicilia si è fermata. Agricoltori, artigiani, allevatori e pastori, riuniti nel Movimento dei Forconi, sono scesi in piazza con un’idea chiara: “prima svegliarla e poi cambiarla”. Si riferiscono alla loro terra che da tempo è in ginocchio anche per la crisi economica. Non sembra essere solo una battaglia contro. Forse può veramente diventare una battaglia in favore di una rinascita sociale, culturale ed economica di una terra per troppo tempo asservita a un sistema che non è nell’indole dei siciliani per bene, che sono tantissimi.
Vogliamo riportare una sintesi delle convinzioni che muovono il Movimento dei Forconi perché dietro ogni persona che lo rappresenta abbiamo percepito l’esistenza di una famiglia in difficoltà che ha bisogno di trovare la forza per ricollocarsi nell’alveo di una vita libera e dignitosa.
Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Non si può più fare filosofia, in Sicilia c’è disperazione. Non siamo più disposti ad accettare lo stato delle cose e a scendere a compromesso ……. Siamo vittime del sistema e non possiamo affiancarci a chi ci ha uccisi. Vogliamo essere liberi e vogliamo poter contare sulle nostre forze.  Siamo stanchi del disinteresse da parte delle istituzioni locali e nazionali. Vogliamo portare avanti una vera lotta contadina. La crisi è un treno che ha permesso a tutti i siciliani di prendere coscienza e adesso è giunta l’ora di salirci su ……. È finito il tempo delle raccomandazioni e del protezionismo, per decenni abbiamo avuto la mafia, adesso ci ritroviamo anche con lo Stato come nemico numero uno. Le tasse e le iniquità sono ormai più pesanti ed onerose del pizzo. Oggi siamo già in tanti e non solamente agricoltori ma tanti cittadini esasperati. Occorre continuare a svegliare la gente per poi pensare a cambiare le cose. Dentro il Palazzo non fanno nulla e hanno portato la nostra regione ad un reale fallimento, l’unica cosa che ci rimane è la strada, la rivoluzione pacifica. Con l’aiuto e la partecipazione anche degli autotrasportatori, la nostra intenzione è quella di fermare pacificamente l’intera Sicilia …. Di certo creeremo disagi ma è il minimo sacrificio che si possa chiedere ai siciliani per ascoltarci, faremo volantinaggio ed informeremo i cittadini dell’inizio della rivolta popolare. Ci aspettiamo di trovare consenso ma anche partecipazione della gente comune. Sappiamo che tanti studenti si uniranno a noi, tante donne e speriamo che i siciliani scendano per le strade a manifestare il loro malessere ……. potremmo parlare di Piano di Sviluppo Rurale siciliano, potremmo parlare dell’intervento della Giustizia affinché si penalizzi e si lotti il taroccaggio dei prodotti provenienti dall’estero che vengono venduti come prodotti siciliani, potremmo parlare di necessità di maggiori controlli e di tracciabilità dei prodotti, ma innanzitutto la politica deve dirci se ha intenzione di portare avanti seriamente le nostre rivendicazioni e soprattutto se ne ha le capacità. La nostra economia è in ginocchio. È il tempo di rilanciarla. La politica deve essere in grado di richiedere e realizzare atti forti. Quando c’è un terremoto si interviene d’urgenza, interviene la protezione civile. Quello è un atto forte legato all’eccezionalità della situazione. Ebbene in Sicilia occorrono atti forti; un altro esempio sarebbe quello di utilizzare in maniera più razionale e intelligente i fondi europei. La verità è che ci hanno svenduto ed ormai siamo alla periferia dell’Europa, per quello non abbiamo più fiducia in questo sistema ...”. 
Non sembrano essere solo belle parole. Vi si legge la volontà e necessità di un cambiamento che nasce da convinzioni riflettute, fuori dalla retorica. Si vuole scrivere una pagina della storia, poter contare sulle proprie forze, mettere fine alle raccomandazioni e al protezionismo; si è consapevoli del disagio che si arreca, ma lo si sceglie per un obiettivo superiore che è il risveglio delle coscienze cittadine; si crede in un Piano di Sviluppo Rurale e nel made in Italy dei propri prodotti e si è deciso di non essere più la periferia dell’Europa.
Se tutto questo è vero, e al momento non abbiamo motivi per dubitarne, e se saprà rappresentarsi pacificamente, mantenendo alta la dignità delle tante famiglie che soffrono le fragilità di una crisi sociale ed economica, l’inizio di un futuro migliore per la terra di Sicilia e per l’Italia nel suo insieme segna il primo punto a suo favore.



Postato da Mariele Scifo

5 commenti:

mr.Hyde ha detto...

Sono felice di ospitarti Mariele: mi serviva un intervento importante sul "Buio e le Intenzioni" riguardo a questo argomento che è molto delicato e drammatico, anche...
Mi serviva il parere della tua generazione che sta vivendo un momento difficile ma che ha grinta, voglia di costruire,intelligenza e intraprendenza...Ti abbraccio e ti do un bacione..
(Quando hai qualcosa da dire, qui trovi tutto lo spazio che ti serve!!)

Anonimo ha detto...

hai detto bene: argomento delicato e drammatico, soprattutto per quanto riguarda la strumentalizzazione che ne vuole fare l'estrema destra, dopo che è finito un governo sostenuto negli ultimi anni in gran parte dalla regione Sicilia, e alla quale si sono concesse delle cose - non a tutti, logico, considerando anche l'autonomia della stessa (i fondi europei a volte non sono neanche stati chiesti!) - in cambio di voti (singolare la protesta di consegnare le schede elettorali con l'intenzione di non votare più...); ora si sollevano per protestare contro Monti (che comunque non ha accolto le richieste - della lega sud - di opporsi alla decisione della UE di non sprecare soldi nella grande quanto inutile opera del ponte sullo Stretto...).
Ecco, io dico solo che in altri frangenti c'è stato chi si è preso manganellate e gas lacrimogeni, loro no, però non è neanche giusto siano un po' troppo aggressivi con chi è contrario ai blocchi (sempre per testimonianze girando la rete, ovvio).

mr.Hyde ha detto...

@angie:
C'è tanto e ci sono tutti dentro questo momento di protesta e c'è anche disperazione: e tu lo hai capito, oltre a chi è in buona fede, ci son quelli che hanno altri scopi..Concordo con te e penso che bisogna anche capire se l'uso di un strumento come il blocco totale a lungo andare non diventi controproducente...Forse è anche il caso di capire se gli interlocutori sono in grado di ascoltare e soddisfare le numerose richieste..

Alligatore ha detto...

Interessante questo pezzo, su di un movimento nuovo, del quale si sa poco. Molti nodi sono arrivate al pettine, la manovra Monti, e la sua politica ultraliberista ne fa arrivare e farà arrivare al pettine molti altri. Certo, non è solo responsabilità sua, ma anche di Berlusconi che l'ha preceduto, però a questo punto siamo veramente arrivati alla frutta (il re è nudo, potremmo dire). Il liberismo ha creato crisi, morte, guerre e disperazione, e paradossalmente sono le solite ricette neoliberiste che l'Europa impone, senza nessun vero passaggio democratico. A chi giova tutto questo?

mr.Hyde ha detto...

@Alligatore:
Ripeto, gli ingredienti sono tanti, uniti sopratutto dal malcontento, dalla rabbia, spinti da un’economia in ginocchio….Gente che viveva in maniera decororosa, con l’attività agricola con la pesca, piccole imprese, lavoratori dell’edilizia, commercianti, operatori di attività ricettive, ristoratori, lavoratori licenziati, autotrasportatori che sono disperati..Li accomuna una forte avversione per i Politici e la Politica..Il governo non sta dando il giusto peso a questo fenomeno, eppure qui, constato personalmente, quasi tutte le attività sono bloccate… Si può condividere o meno questo sistema di lotta..ma si deve prendere in seria considerazione..Il governo dia delle risposte, segnali di intesa, prima che la situazione degeneri…