Ho scelto di pubblicare questo video sui "DIRITTI UMANI" che riassume un lavoro di ricerca effettuato dagli Allievi del 'Corso Alberghiero "P.Calleri" - Casa di reclusione di Noto', perchè trovo l'iniziativa di profondo significato umano. Il lavoro è stato concepito come un collage di pensieri, immagini, poesie, musica, raccolti dagli allievi e dai docenti
sabato 30 giugno 2012
martedì 26 giugno 2012
SU QUESTO E SU ALTRI TERREMOTI (informazioni utili) 3^ puntata
L'ESAME DEL QUADRO FESSURATIVO
L’esame e la lettura delle lesioni costituiscono un efficace elemento di indizio per la individuazione dei meccanismi di collasso di una struttura. In base alla disamina di parametri qualitativi e quantitativi si costruisce un quadro fessurativo, il tipo di sollecitazione che lo ha prodotto, e le eventualità di crollo. Le caratteristiche delle fessure da tenere d’occhio sono la loro ampiezza, l'inclinazione, lo sviluppo, la forma, la profondità: una lesione puo’ essere superficiale ed interessare solo una ’ faccia’ del muro, profonda, o addirittura passante, cioè puo’ interessare il muro in tutto il suo spessore. Puo’ essere vecchia (formatasi in tempi passati) o di nuova formazione. In genere, osservando i lembi della lesione, se questi si presentano con spigoli vivi, si tratta di fessure di nuova formazione e bisogna cominciare a tenerle d’occhio. Se l’ampiezza della lesione supera i 4 mm conviene effettuare un lavoro di monitoraggio che consiste nell’applicazione di un fessurimetro ( si comprano con pochi soldi) oppure si possono semplicemente applicare due vetrini fissandoli ciascuno ai due lati della fessura e monitorare il mutuo spostamento delle tacche, che nelle figure ”C” sono segnate in rosso. (vedere Figg. C1 e C2)
COMUNI FESSURIMETRI IN COMMERCIO
Fig. A
Fig. B
Se una lesione si evolve rapidamente (aumenta in sviluppo o in larghezza) nel breve termine vuol dire che è in atto un meccanismo di crollo e bisogna abbandonare l’edificio. In ogni caso è sempre consigliato avvalersi dell’aiuto di un tecnico e consultarlo preventivamente.
RILEVATORI DELLO SPOSTAMENTO (Self made)
Fig.C1
Fig.C2
Un altro sistema molto semplice ed immediato è quello di porre a cavallo della lesione "sospetta" un provino di vetro sottile (2 mm) attaccato ai due lati con della calce: se la lesione si modifica, il provino si spacca.
QUADRI FESSURATIVI E MECCANISMI DI COLLASSO
Ricostruzione del meccanismo di collasso attraverso l'analisi del quadro fessurativo (Fig.D). In questo caso il crollo è dovuto alla presenza di due aperture poste ad angolo che individuano una superficie preferenziale di rottura, un probabile effetto spingente delle travi di copertura sul lato piu' lungo e la mancanza di dispositivi di connessione all'incrocio fra i due muri maestri.
Fig. D
Fig.E
Altre modalità di collasso, alcune delle quali dovute al martellamento effettuato dalle travi di legno (arcarecci) inclinate nel senso della pendenza del tetto. Le travi poste in opera in questa posizione sono dette "spingenti" e, in presenza di sisma, tendono a fare ribaltare il muro di prospetto su cui poggiano, "spingendolo" dall'interno all'esterno (fig. 1 e 2). La fig. 3 mostra l'effetto del martellamento della trave di colmo sulla porzione di muratura sovrapposta alla finestra a primo piano. La fig. 4 mostra un ribaltamento (molto diffuso in quelle costruzioni in assenza di ammorsamenti fra muri maestri o a solai non collegati ai muri stessi). In sostanza il fenomeno del ribaltamento s'innesca subito perchè non impedito da alcun vincolo.
Fig.E
La prossima puntata sarà dedicata alle tecniche di riparazione degli edifici in muratura, elencando i vari tipi di intervento a seconda del tipo di meccanismo di crollo da contrastare, il tipo di dissesto. Verrà fatta anche una distinta fra gli interventi che tendono al restauro, al risanamento al consolidamento strutturale.
*Le Fig D-E sono tratte da " Sicurezza e conservazione dei centri storici - Il caso Ortigia" di Antonino Giuffrè
sabato 16 giugno 2012
IL SOLE SORGE A SUD - MARIELE'S PAGE n° 5
Il sole sorge a Sud - Viaggio contromano da Palermo a Napoli via Salento - di Marina Valenzise
Un’immagine del sud nuova, diversa, pulita quella che l’autrice Marina Valensise descrive attraverso uno sguardo attento e limpido, pieno di calore e di emozioni intense da cui traspare il profondo legame con la terra d’origine. Quel senso di appartenenza che unisce ogni meridionale alla sua terra natia, ovunque si trovi. Un meridione fatto di bellezza e impegno, abitudini serene e storia antica la cui cultura ha attraversato i secoli ed è arrivata fino a noi, una cultura che alimenta il pensiero e la coscienza di tutto il Paese. L’autrice guida il lettore attraverso personaggi e luoghi, alla scoperta di quel sud che non viene citato dai mass media. Racconta un sud generoso, pieno di luce e sole, bellezza, allegria. Mostrando tutto ciò che c’è di meraviglioso in esso e raccontando di persone oneste che non si lasciano ammaliare da false promesse e compromessi.
Racconto ironico e intenso di un viaggio, tra luoghi familiari, persone e ricordi, e inchiesta giornalistica allo stesso tempo. Un’indagine accurata, fresca, dettagliata che scova dietro ogni angolo quanto c’è di vecchio e di nuovo, che raddrizza il punto di vista in cui inquadrare fatti, scelte e personaggi. E allora, dalla riflessione emerge un immenso tesoro, una risorsa fondamentale per tutta l’Italia che va protetta, custodita e valorizzata perché senza di essa non si può immaginare nessuna crescita, né sviluppo. D’altra parte l’Io non si può definire se non in rapporto con l’Altro, il Nord non avrebbe ragion d’essere senza il Sud. È dagli opposti che nasce il confronto, il movimento, il cambiamento.
Mariele
Mariele
lunedì 11 giugno 2012
SU QUESTO E SU ALTRI TERREMOTI (informazioni utili) 2^ puntata
I DANNI NEGLI EDIFICI IN MURATURA
Le Costruzioni in muratura (gli edifici storici, gli agglomerati rurali, le cascine) sono in grado di resistere solo a sforzi verticali. La resistenza al sisma, che si traduce in sollecitazioni orizzontali (perpendicolari al piano della facciata) è debole. Questo perché il legante (la malta) che unisce gli elementi lapidei naturali o artificiali, perde con l’andare del tempo le sue caratteristiche fisico- meccaniche che garantiscono l’aderenza tra un concio e l’altro rendendo inefficace la resistenza dell’apparato murario. Tuttavia gli edifici in muratura ed a schiera con un numero limitato di piani (2 – 3) resistono ai terremoti di media intensità, anche medio-alta perchè si oppongono alla sollecitazione del sisma come ’insieme strutturale’. Vuole dire che la spinta (quando questa è orizzontale) viene assorbita dall’insieme dei setti murari: più numerosi e spessi sono i muri nella direzione in cui spinge il sisma, maggiore è la quantita’ di energia che viene dissipata. In pratica un fabbricato si appoggia agli altri con cui ha le pareti confinanti in comune e viceversa. Bisogna tenere presente che, piu’ bassi sono gli edifici, meno oscillazioni e meno spostamenti subiscono i setti murari; questo spiega anche perché sono stati enormemente distrutti, fino al crollo, i campanili, le chiese, i palazzi che sono costruzioni che si sviluppano in altezza, isolate, o con volumi che emergono rispetto ai manufatti adiacenti..
C'è da tenere presente il parametro della snellezza: le pareti in muratura tozze (spesse e corte) resistono meglio di quelle alte dello stesso spessore.
C'è da tenere presente il parametro della snellezza: le pareti in muratura tozze (spesse e corte) resistono meglio di quelle alte dello stesso spessore.
Esempio della Torre Novi di Modena. Classica tipologia architettonica comune a molte piazze nei centri storici:
prima del sisma (vista da dx)
dopo il crollo (vista da sx)
Nelle immagini che seguono si trova conferma a quanto detto sinora: la torre, crollata dopo l’ennesima, ultima scossa di magnitudo 5.1, è l’unico volume che in altezza non si uniforma con le costruzioni contigue. Se si osserva bene, le costruzioni basse con altezza pressoche’ uguale hanno resistito alle molteplici scosse per la solidarietà fra di loro. Il volume interssato dal crollo è costituito da quella porzione sporgente rispetto alle costruzioni che si affacciano sulla piazza. Al crollo ha anche contribuito l’azione combinata dell’effetto delle spinte provocate dai fabbricati ai suoi fianchi con l'oscillazione del pesante blocco contenente le campane che ha smantellato mano mano le murature sottostanti fino al collasso.
Chiudo questa 2^ parte con la descrizione dell' Abaco dei meccanismi di danno:
Chiudo questa 2^ parte con la descrizione dell' Abaco dei meccanismi di danno:
TAV.A
Secondo la sua posizione ed alla posizione e distribuzione di porte e finestre nel suo prospetto, un fabbricato puo' subire diversi meccanismi di danno e di collasso. Alcuni di questi meccanismi sono riassunti nello schema qui sopra raffigurato definito "Abaco dei meccanismi di danno".
Secondo il modo in cui sono stati costruiti i fabbricati, essi si oppongono alla sollecitazione sismica in maniera tale da determinare meccanismi di danno diversi:
TAV 1 B TAV 2B
TAV 1B = Schematizzazione di un meccanismo di danno di 1° modo. Ribaltamento della parete di facciata, dovuta a collegamento inesistente tra il muro e il resto della struttura.
TAV 2B= Schematizzazione di un meccanismo di danno di 2° modo. (Il ribaltamento della parete è evitato facciata, per l'introduzione di tiranti che attraverso catene collegano il muro al resto della struura) Danni ai muri laterali - comparsa di ampie e profonde lesioni a 45°, che anticipano il crollo dei setti murari
* TAV.A, TAB 1B, TAV 2B sono tratte da " Sicurezza e conservazione dei centri storici - Il caso Ortigia" di Antonino Giuffrè
martedì 5 giugno 2012
SU QUESTO E SU ALTRI TERREMOTI (informazioni utili) 1^ puntata
IL SISMA E’ UN FENOMENO ALEATORIO!
Non esiste una cartina su cui si legge dove e quando si verificheranno i prossimi terremoti: esistono delle carte dove si sono verificati i terremoti, diciamo, negli ultimi 1000 anni, e delle proiezioni statistiche basate su dati storici a nostra disposizione.In base a questi dati sappiamo in quali zone si possono verificare eventi sismici ad alta, media, bassa intensità.Non quando, purtroppo..
1) L’ATTUALE LEGISLAZIONE NAZIONALE IN MATERIA DI COSTRUZIONI ANTISMICHE, IN VIGORE RISALE AL 2008 (D.M 14/01/2008) INSIEME ALLA CIRCOLARE ESPLICATIVA DEL 2/02/2009).
2) LA PROGETTAZIONE ANTISISMICA HA COME PUNTO DI RIFERIMENTO LE NORME COSTRUTTIVE E DI CALCOLO DETTATE DALLA LEGGE.
Questo vuol dire che, volendo progettare e realizzare una costruzione a destinazione qualsiasi (dall’abitazione al capannone industriale) debbo seguire puntualmente i dettami della Legge che sopra ho citato. Presento il progetto al Genio Civile della mia provincia che, dopo avere esaminato la documentazione, rilascia l’Autorizzazione a costruire (ai sensi della L64/74 e 1086/ 74 per costruzioni in cemento armato) e successivamente, dopo aver verificato l’idoneità dei materiali e la rispondenza al progetto attestata anche da un collaudo, rilascia la conformità strutturale. Tale conformità costituisce condizione indispensabile per il rilascio dell’Agibilità dei locali.
3) LE MAPPE DI VULNERABILITA’ SISMICA.
Sono quelle carte specificate al punto 1) che rappresentano punto di riferimento per quanto riguarda la Legislazione e la conforme progettazione. L’Italia è stata divisa in microzone (i comuni) stabilendo per ciascuno di questi un grado di pericolosità: piu’ elevato è il grado di pericolosità, piu’ elevato è il grado di sicurezza da tenere presente nella progettazione e costruzione dello opere ricadenti all’interno di queste zone.
Riporto la mappa relativamente a: CLASSIFICAZIONE SISMICA DEL 2006 (già tracciata con Ordinanza PCM n°3274 del 20/03/2003) così come recepita dalle regioni.
Sono individuate le seguenti zone:
zona 1 (rossa) - rischio alto
zona 2 (arancione) - rischio medio
zona 3s (giallo e righe arancione) - zona speciale a rischio
zona 3 (giallo) - zona a rischio basso
zona 4 (grigio) zona a rischio molto basso
Le Norme Tecniche del 2008 (in vigore dal 2009, dopo il terremoto dell'Aquila) fanno riferimento anche a quast'altra mappa che è stata tracciata con riferimento all 'accelerazione al suolo. Tale parametro è tanto piu' elevato quanto più intenso è l'evento sisimico atteso nella zona. La mappatura della pericolosità non cambia.I vari valori dell'accelerazione indicati sono utlizzati nel calcolo o nelle verifica delle strutture.
Bisogna precisare che fino al 2003, l'area del terremoto di questi giorni in Emilia non era stata classificata sismicamente, per cui la progettazione faceva riferimento alle norme precedenti. Moltissime delle costruzioni che sono crollate (vedi capannoni), costruite prima del 2003, pur essendo conformi, si sono rivelate non idonee, perchè dimensionate per un sisma di bassa intensità previsto dal vecchie norme.
Questa esperienza ci dimostra che TUTTO il TERRITORIO ITALIANO dev'essere considerato a pericolosità sismica alta o medio-alta.
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