C’era una volta un tale di nome Harry, detto il ‘lupo della steppa’. Camminava con due gambe, portava abiti ed era un uomo, ma, a rigore, era un lupo. Aveva imparato parecchio di quel che possono imparare gli uomini dotati d’intelligenza, ed era uomo piuttosto savio. Ma una cosa non aveva imparato: a essere contento di sé e della sua vita. Non ci riusciva, era un uomo scontento. Ciò dipendeva probabilmente dal fatto che in fondo al cuore sapeva (o credeva di sapere) di non essere veramente un uomo, ma un lupo venuto dalla steppa, I saggi potranno discutere se sia stato veramente un lupo e una volta, forse prima della nascita, sia stato tramutato per incantesimo da lupo in uomo, oppure sia nato uomo ma con un’anima di lupo, o se magari questa persuasione, di essere veramente un lupo, sia stata una sua fissazione o malattia. Potrebbe darsi, per esempio, che costui sia stato nella fanciullezza stregato e indomabile e disordinato, e che i suoi educatori abbiano cercato di ammazzare la bestia che aveva dentro e proprio in questo modo abbiano suscitato in lui la fantasia e la credenza di essere effettivamente una bestia, con sopra soltanto una leggera crosta di educazione e di umanità. Su questo argomento si potrebbe discorrere a lungo e in modo divertente e scrivere magari dei libri; ma poco servirebbe al lupo della steppa, poi ché per lui era indifferente che il lupo fosse entrato in lui per magia o fosse soltanto una fantasia della mente, Quello che ne potevano pensare gli altri o anche lui stesso non aveva per lui alcun valore, non bastava a cavargli di dentro il lupo. Il lupo della steppa dunque aveva due nature, una umana e una lupina: Questa era la sua sorte e può ben darsi che questa sorte non sia poi nè speciale nè rara..
Paradise Circus Lyrics
E 'un peccato che quando ci sentiamo un temporale
ci possiamo rotolare perche 'siamo a disagio
oh dove diavolo ci fa peccato
ma ci piace quando siamo filatura in pugno.
L'amore è come un peccato il mio amore
Per chi si sente più
Guardatela con i suoi occhi come una fiamma
Lei ti amerà come una mosca che non sarà mai ti amo, di nuovo
E 'un peccato che quando ci sentiamo un temporale
ci possiamo rotolare quando siamo a disagio
oh, va bene il diavolo ci fa peccato
ma ci piace quando siamo filatura in pugno.
L'amore è come un peccato il mio amore
Per chi si sente più
Guardarla con un sorriso come una fiamma
Lei ti amerà come una mosca che non sarà mai ti amo, di nuovo
VIDEO: MASSIVE ATTAK - PARADISE CIRCUS
VIDEO: STEPPENWOLF -THE PUSHER- da Easy Rider
VIDEO: JOHN LURIE AND LOUNGE LIZARD- BIG HEART
Sono tutti matti. Grande musica, forza espressiva e carica dirompente. Suggestivo e divertente.
IL PENSIERO DEL LUPO DELLA STEPPA SUL JAZZ:
“Mentre passavo davanti a un locale di danze, fui investito da una violenta musica jazz, rozza e calda come un vapore di carne messa a bollire. Mi fermai un istante: quella specie di musica, per quanto mi fosse abominevole, aveva sempre per me una segreta attrattiva. Il jazz mi era antipatico, ma lo preferivo di molto all’odierna musica accademica, e con la sua gaia rusticità colpiva anche i miei istinti, alitando un’ingenua e sincera sensualità. Mi fermai un istante annusando quella musica sbraitante e sanguinosa, fiutando l’atmosfera cattiva e libidinosa di quelle sale. Metà di quella musica, la metà lirica, era burrosa, troppo zuccherata e grondante di sentimentalità, l’altra metà era selvaggia, capricciosa e robusta, eppure le due parti si accordavano ingenuamente e pacificamente formando un intero. Era musica di decadenza: nella Roma degli ultimi Imperatori si deve aver suonato musica simile. S’intende che, confrontata con Bach e Mozart e con la musica vera, era una porcheria: ma porcheria è tutta la nostra arte, tutto il nostro pensiero, tutta la nostra cultura apparente, non appena la si confronti con la cultura vera. E quella musica aveva il pregio di una grande sincerità, il pregio di essere un’amabile e non mentita musica di negri, un capriccio lieto e infantile. Aveva un po’ del negro e un po’ dell’americano che a noi europei sembra così puerilmente fresco e ingenuo nella sua forza. Diventerà così anche l’Europa? Lo sta già diventando? Noi vecchi studiosi e ammiratori dell’Europa di una volta, della vera musica di una volta, della poesia vera di un tempo, siamo forse soltanto una piccola stupida minoranza di nevropaticicomplicati che domani saranno dimenticati e derisi? Quello che chiamiamo “cultura”, che chiamiamo spirito, anima, che diciamo bello, sacro, è forse soltanto un fantasma morto da gran tempo e considerato autentico e vivo soltanto da quel paio di pazzi che siamo noi? O non è stato forse mai una cosa autentica e viva? Quello che noi cerchiamo di raggiungere nella nostra pazzia è forse stato sempre un fantasma? (…..)
[Da : “Il Lupo della Steppa” di Herman Hesse - Mondatori rist. 2010 -
VIDEO: MILES DAVIS - NEFERTITI -(Da "Nefertiti" )